Ricordate il corso di semina dello scorso aprile? Bene, l’anno prossimo (a meno di grandi sconvolgimenti) ci sarà il secondo episodio – direi quasi la seconda stagione, per chi ha seguito la serie ;D – indicativamente nello stesso periodo. Appena avrò dato un’occhiata al calendario e deciso la data ve lo comunicherò sia qui che su Instagram @ilpostodellemargherite che, naturalmente, dal vivo durante VerdeMura.
Per qualsiasi suggerimento e desiderio, mi trovate dove già sapete.
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Come ho già scritto, ho un account Instagram @ilpostodellemargherite dal 16 ottobre dell’anno scorso. Per lo più carico foto di fiori, piante, giardini – anche parecchi semi – e seguo persone che hanno gli stessi interessi: si dà e si prende, si impara e (forse) si insegna.
Per ora vi segnalo @reneredzepinoma che, come avevo già segnalato, è “una specie di animale da pascolo, scopritore di erbe, alghe, licheni e cose vegetali curiose”. Vi consiglio soprattutto le Instagram Stories, dove esce tutto il suo genuino, impetuoso, a tratti pazzo temperamento pronto a provare qualsiasi erbetta in cui incappa.
C’è tanto da ammirare in una persona così avida di esperienze e generosa nel donarle; senza filtri e con molte risate.
Ecco un seme di Baptisia pendula. L’ho seminata sabato 8 aprile ed è germinata in una decina di giorni, ora le piantine stanno mettendo le prime foglie vere. Vorrei provare alcune specie di Baptisia – questa è a fiori bianchi, ad esempio -perché ho visto che hanno un apparato radicale davvero forte e sanno far fronte sia al caldo estivo che al freddo invernale. Poi sono bellissime, certo.
Se avete comprato Gardenia di marzo, magari avete visto che nella sezione dei lavori del mese, Cristina Zaza propone la semina dei Platycodon, con qualche consiglio della sottoscritta.
A tal proposito, vi agevolo una foto che ho fatto in vivaio il 7 marzo che vi mostra i germogli delle piantine seminate lo scorso marzo – che hanno già generosamente fiorito durante l’estate 2016 – pronte a fiorire di nuovo:
Son soddisfazioni ;)
Avete raccolto i semi delle vostre echinacee? Quando i fiori sono completamente secchi (marroni, compreso il gambo), li tagliate e sgranate il capolino spinoso, i semi sono quei piccoli proiettili chiari che saltano fuori. Li mettete in una busta su cui scriverete il nome della pianta e la data e ve li scordate fino a marzo del prossimo anno.
Il tema di quest’anno a Murabilia mi sta particolarmente a cuore, è “i semi”. Come potete vedere dalle foto, sono già prontissima e cercherò di sfoderare le mie migliori bustine e i consigli più utili a chiunque desideri sapere qualcosa sulla semina. Naturalmente sarò ben contenta di imparare e condividere esperienze.
Eccoci, è arrivato il momento di seminare. Qui vi propongo un metodo base, elementare e semplice per iniziare con le semine. Volutamente evito ogni complicazione e tecnicismo che può allarmare il neofita; questa semina facile non va bene per tutto, alcune piante sono noiose da moltiplicare, è vero, alcune volte la germinazione va indotta, eccetera, ma qui si respira un’aria di leggerezza, quindi rilassatevi e proseguite.
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Potete usare i contenitori da sei uova, fate un buchino in fondo per far andar via l’acqua, easy. Consiglio: se fate l’orto e comprate le piantine già pronte, tenete i contenitori e riutilizzateli.
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Riempite di terriccio lasciando 2/3 mm di bordo libero in cima.
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Piegate la bustina con l’unghia creando uno scivolo dritto per far rotolare i semi. Quanti semi mettere? Io vi consiglio di essere generosi (in ogni occasione), ai semi piace stare in compagnia.
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Mettete uno strato sottile di terriccio a coprire i semi; più sono piccoli, meno terriccio va messo. Scrivete il nome della pianta che aspettate – fatelo davvero, all’inizio sembra che ci ricorderemo tutto per sempre, passata una settimana arrivano i dubbi.
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Posate la placca su una cassetta ribaltata in modo che il fondo sgrondi bene l’acqua di annaffiatura. Astuzia fondamentale: mettete uno strato di sale grosso intorno alla cassetta – ai lumaconi piacciono tantissimo le giovani piantine e vi assicuro che in una notte sono in grado di fare grosse scorpacciate, se non volete piangere la mattina dopo, salate bene tutto attorno. Il sale semplicemente le tiene lontane e non è tossico per gli altri animali.
Se il vostro problema sono i topini di campagna (ghiotti di semi di graminacee, provare per credere), mettete le cassette su tavoli con le gambe lisce, di solito non riescono ad arrampicarsi.
Bagnate con un flusso leggero, potete usare un vaporizzatore o un irrigatore a rosa fine, l’importante è che il flusso dell’acqua non sposti troppo il terriccio di superficie e non faccia buchi. Però state attenti a impolpare bene il terriccio, che tutto il contenitore si riempia, piano piano.
A questo punto spostate la cassetta in un posto riparato, l’ideale sarebbe una serra fredda, ma va bene anche una veranda, una terrazza semi-coperta o semplicemente un angolo dove non passino cani e gatti e figlioli piccoli.
Ora potete andare a farvi le unghie in santa pace. Quando saranno nate le piantine riprenderemo il discorso.
Per ciò che riguarda la serata verde dell’A.Di.P.A. di giovedì 26 novembre alle 21, vorrei partire dalla ricerca della RHS “Plants for Bugs” che ho letto sul numero di settembre di The Garden e ho poi approfondito online; sarà solo lo spunto (e come tale sarà breve) per introdurre alcune piante che coltivo o ho coltivato negli anni, alcune autoctone altre ornamentali, e che meglio di altre (a mio parere) si inseriscono nella natura. In questo mi sta aiutando anche Gardens Illustrated di ottobre e la mitica Sarah Price
introducing wild species into your planting scheme can bring a natural beauty, as well as having ecological benefits
E la ricerca continua!
Dimenticavo: sto sistemando alcuni semi che ho raccolto fra l’estate e l’autunno, se faccio in tempo porto qualche bustina.
Ho visto che questi incontri iniziano alle 9 precise e le persone sono molto puntuali. Molto bene.
Ringrazio le persone che hanno partecipato al corso di MondoRose e metto qui i nomi delle piantine che ho distribuito:
– Cosmos bipinnatus ‘Purity Superior’
– Eschscholzia californica
– Phacelia tanacetifolia
– Zinnia elegans ‘Envy’
– Nigella hispanica
Avevo portato anche delle bustine di semi: oltre al Cosmos bianco, c’era un Cosmos rosso (‘Dazzler’), una margherita perenne Leucanthemum x superbum ‘Etoile d’Anvers’ e la Salvia farinacea ‘Victoria’.
Auguro a tutti un gran successo con le semine!
Per ciò che riguarda gli eventi in zona Firenze, che penso possano interessare alle persone del corso, mi sono dimenticata di nominare la fiera che si terrà a Villa Caruso Bellosguardo sabato 12 (ore 12/19) e domenica 13 (ore 10/19) aprile. Non so esattamente quali vivai parteciperanno – di sicuro MondoRose e Belfiore – però il giardino merita una visita (la struttura stessa del giardino, la statuaria, l’uso della pietra, forse anche il decadimento di alcune parti, creano un’atmosfera di antico splendore che coinvolge e forse fa riflettere) e l’ingresso è di soli tre euro.
Mancano ormai pochi giorni al corso sulle erbacee perenni presso MondoRose, Sieci (FI). Brevemente: cercherò, in sana contrapposizione al periodo storico che ci vede tutti in recessione, retrocessione, crisi e stridor di denti, di parlare del giardino RICCO – un giardino ricco di piante, idee e animaletti utili. Per comodità ho suddiviso le piante per stagione di fioritura in modo da avere in ogni momento (o quasi) un fiore, un colore, un’atmosfera da godere.
Durante l’ultima ora semineremo in contenitore, sto già preparando l’occorrente per tutti. Porterò anche delle piantine che ho seminato all’inizio del mese, così da avere qualcosa di già germinato da piantare a casa.
Siccome è tra le cose che mi vengono chieste più spesso, nel 2008 (come passa il tempo!) scrissi a proposito della semina. Ora manca poco al momento in cui saremo indaffarati con placche, terriccio e annaffiatoio, quindi riciclo i tre spezzoni in questione, sperando di fare cosa gradita: semina 1, semina 2, semina 3.
Dal 12 ottobre 2010 al 2 maggio 2011, alla Turbine Hall, presso la galleria d’arte moderna e contemporanea Tate Modern di Londra, l’artista cinese Ai Weiwei espone l’opera Sunflower Seeds 2010.
Il video è un piccolo documentario che spiega come è stata concepita e realizzata l’opera; mi rendo conto che quando si legge la durata – 14 minuti e 42 – si perda all’istante la voglia di vederlo, ma in questo caso si sbaglia: è un documento bellissimo, interessante e a tratti quasi commovente – non di quella commozione becera e insincera di cui è pieno il mondo, ma un sentimento empatico che ci fa comprendere realtà anche molto lontane dal nostro quotidiano.
Sono stati riprodotti in porcellana milioni di semi di girasole ancora nei gusci, ciascuno affinato, dipinto e cotto nella città di Jingdezhen. Non si è trattato di un lavoro industriale, ma è il frutto del mestiere di centinaia di mani operose. Questi cento milioni (100.000.000.000) di semi sono stati riversati nella grande Turbine Hall, creando un paesaggio infinito. Sunflower Seeds ci invita a guardare più da vicino al fenomeno del “Made in China” e alla geopolitica dello scambio culturale ed economico odierno.
A questa pagina trovate un breve testo che spiega l’opera in maniera semplice e chiara, qui sono citate alcune frasi dell’artista.
Ai associa i semi di girasole – la merenda più comune tra i ragazzi – alla brutale Rivoluzione Culturale (1966/76) di Mao Zedong. Mentre gli individui venivano privati della libertà, l’immagine di propaganda raffigurava il presidente come un sole e i cittadini come una massa di girasoli rivolti verso di lui. Nonostante tutto, Ai ricorda la condivisione dei semi di girasole come un gesto di compassione umana, che rendeva possibili spazi di piacere, amicizia e gentilezza durante un periodo di povertà estrema, repressione e incertezza.