Oggi, la giornata che ci porta dentro l’inverno ma che segna anche il crescere delle ore di luce, mi mancavano un po’ i colori dei fiori – perché, ok il fascino delle erbe secche, però il colore e la giovinezza umida delle corolle di stagione, sono una freschezza per tutti. E per Natale è un vero lusso vedere i grandi musei non troppo affollati.
Hugo van der Goes, Trittico Portinari (particolare), 1476-1478 – Firenze, Galleria degli Uffizi
Auguro a tutti un 2017 di fiori colorati, oro zecchino e lusso sfrenato!
Penso capiti a tutti quelli che amano le piante di nominarle di continuo – nel silenzio della propria coscienza, voglio dire. E’ come quando da bimbetti si impara a leggere e diventa inevitabile seguire tutte le scritte che ci stanno attorno; e forse si schiudono dei significati fino ad allora impensabili.
E’ importante conoscere il nome latino delle piante, dirò di più: è divertente e interessante come imparare una nuova lingua.
E’ bello stendersi su un prato d’erba alta, fragrante, essere rapiti dai rumori misteriosi del campo, vedere una moltitudine di fiori diversi e alberi e foglie e non capirci un’acca.
Le due cose non sono per forza contrapposte, ma possono armonizzarsi in un benessere privilegiato. Non è facilissimo, a me ad esempio capita che nel bel mezzo di una passeggiata si impigli lo sguardo su un’essenza che non conosco o che forse conosco ma che, acc!, proprio in quel momento non mi sovviene e, in qualche maniera, il piacere della passeggiata è turbato, velato dalla coscienza che reclama attenzione. Non tanto per il fatto di ignorare qualche nome – ne ignoro (ahimè) moltissimi e me ne faccio una ragione – ma perché talvolta mi piacerebbe girare per la campagna come un animale, cogli occhi tondi e perfettamente felici nella loro inconsapevolezza. Godere di una gioia primeva.
Allo stesso modo, mi piace il gioco, intellettuale ma anche un po’ scemo, dei nostri amici James Alexander-Sinclair, Joe Swift e Clive West di nominare le piante. Nella fattispecie, sono nel giardino di James, Blackpitts House, e si divertono a individuare il Genere (talvolta anche la Specie o il nome comune) di alcune essenze che tendono a disseminarsi spontaneamente. Si tratta di piante molto conosciute, ma la pronuncia inglese è insidiosa.
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