Archive for the 'link' Category

Informatore Coop

Se siete soci Coop magari l’avete già ricevuto alle casse, se non lo siete potete leggerlo liberamente sul loro sito, sta di fatto che a pagina 42 ci sono alcune delle mie margherite!
Tenete presente che le foto sono state scattate durante Murabilia dello scorso anno (per la precisione il 3 settembre 2017) e che adesso è il 3 febbraio e quelle stesse piante sono in riposo vegetativo: si risveglieranno questa primavera.

Ringrazio Càrola Ciotti per il taglio che ha dato all’articolo che è divulgativo, ma non banale – un buon compromesso tra pedanteria botanica e semplicità del quotidiano. Spero sia utile e vi piaccia!

nomi che cambiano

Ripetendo il mantra:

Scientific accuracy is important, but sometimes compromises have to be made.

(L’accuratezza scientifica è importante, ma talvolta qualche compromesso è necessario.)

appuntiamoci alcuni nomi scientifici di piante che sono/stanno cambiati/cambiando, cambieranno – questo pasticcio perché alcuni sono in mutazione già da tempo, ma incontrano qualche resistenza a essere memorizzati.

Vi rimando alla pagina di Guy L. Nesom in cui si fa una disamina dei cambiamenti nella famiglia delle Asteraceae/Compositae. Enjoy!

René Redzepi

Come ho già scritto, ho un account Instagram @ilpostodellemargherite dal 16 ottobre dell’anno scorso. Per lo più carico foto di fiori, piante, giardini – anche parecchi semi – e seguo persone che hanno gli stessi interessi: si dà e si prende, si impara e (forse) si insegna.

Per ora vi segnalo @reneredzepinoma che, come avevo già segnalato, è “una specie di animale da pascolo, scopritore di erbe, alghe, licheni e cose vegetali curiose”. Vi consiglio soprattutto le Instagram Stories, dove esce tutto il suo genuino, impetuoso, a tratti pazzo temperamento pronto a provare qualsiasi erbetta in cui incappa.

C’è tanto da ammirare in una persona così avida di esperienze e generosa nel donarle; senza filtri e con molte risate.

The Plant Magazine

Mi è arrivato il numero 10 della rivista The Plant Magazine (che prima si chiamava The Plant Journal).
Qui trovate alcune cose; naturalmente per leggerlo occorre acquistarlo.

The Plant Magazine

The Plant Magazine #10

Mi sembra inutile specificarlo – è abbastanza evidente – ma le cose di cui parlo qui non hanno un intento pubblicitario. Non ho una posizione in merito al marketing via web, a volte mi piace e a volte no. A volte è deprimente, altre volte intelligente e simpatico, penso che siamo ancora in una fase embrionale e sono convinta che prenderà direzioni inaspettate: mi incuriosisce.
Nella fattispecie, mi servirebbero delle cesoie ;)

Autumn Planting

Un articolo molto interessante su Dig Delve che illustra le piantumazioni autunnali del giardino. Non solo piante, ma anche note utilissime riguardo proporzioni, scorci e visione architettonica complessiva.

Dig Delve

Prima di tutto cosa scrivono loro:

Dig Delve is an online magazine focussed on the writing of garden and landscape designer Dan Pearson, edited by and with contributions from his partner, Huw.

We will primarily feature stories about gardens, horticulture, plants, landscape, nature, food growing and eating, but will also be looking at inspirational growers, producers, farmers, makers, cooks, florists, artists and craftspeople – anyone with talent, integrity and a fundamental connection to the natural world. There will be four seasonal issues a year, with stories being added every week.

In pratica una rivista online nata questa primavera, quattro numeri l’anno, le stagioni. L’ho scoperta oggi per caso e anche a una sommaria lettura lascia senza fiato. Hanno questa grande capacità, quei due, di mettere insieme immagini e scritti con la qualità e il peso delle cose vere.

E i font grandi e leggibili, l’occhio senile ringrazia!

Pia Pera

Finalmente ho trovato una cosa che restituisce davvero Pia Pera: la sua voce!

C’è Loredana Lipperini che le parla al telefono durante Fahrenheit del 22 marzo di quest’anno. Secondo me è quello che serve e quello che basta, sentire una voce.

wild at heart

Ci sono questa canzone di Niccolò Fabi e questo articolo di Christian Raimo – se state vivendo un momento di tristezza, achtung!, magari non ascoltatela/leggetelo in sequenza ma fate passare qualche ora frivola tra una e l’altro – bellissimi.

E c’è questo libro

il cui sottotitolo DESIGNING PLANT COMMUNITIES FOR RESILIENT LANDSCAPES è rincuorante e apre nuovi modi di costruire un futuro umano appagante e inclusivo, incurante della rapacità di alcuni. Lo sto leggendo e mi sta insegnando tante cose che presto cercherò di fare vostre.

E poi c’è anche quest’altro libro

che voglio comprare al più presto.

Basteranno le giornate di pioggia?

PS: grazie a chi legge il sito e a chi compra le mie piantine! (L’imbarazzante verità è che vi voglio bene.)

erba volant e post wild world

Me li appunto qui così mi ricordo di comprarli:


sabato pomeriggio Renato Bruni era a VerdeMura, ma non sono riuscita a vedere la presentazione, mannaggia!


visto su Federal Twist, gente di cui mi fido.

High Mowing Organic Seeds

Gennaio, insieme ad agosto per certi versi, è uno dei mesi in cui il pensiero dei semi è più intenso – agosto è soprattutto un mese di raccolta e di chiusura mentre gennaio è l’apertura verso la nuova stagione. Oggi Gardenista ha ripubblicato (ultimamente riciccia assai) un articolo su High Mowing Organic Seeds, un’azienda agricola che produce semi da orto e da giardino bio con sede a Wolcott, nel Vermont. Spediscono solo negli Usa e in Canada, ma tengono un blog davvero ben fatto e aggiornato su tecniche, stagionalità, varietà e novità in campo orticolo.

E comunque è inutile che se la tirino, i nostri pomodori cresciuti al sole vero sono sempre i più buoni!

Catalogo della Vita

Ogni tanto facendo lo slalom in rete si incontrano siti interessanti, e io mi sento proprio grata che esista internet e desiderosa di condividere. Soprattutto penso sia un mezzo potentissimo per parlare e trovare notizie su argomenti che coinvolgono meno persone rispetto alla pastasciutta – ciò detto, a me la pastasciutta piace molto. E poi chissà, magari un giorno andremo di moda anche noi impallinati con le piante e ci saranno siti con milioni di visite e agli orti botanici si entrerà solo con prenotazione di mesi e mesi prima; sarebbe bello e io voglio crederci.

Ci penso da un po’ e ancora di più mi è balzato agli occhi durante la serata A.Di.P.A.: perché non ci impegnamo tutti a fare proselitismo verde? Alla fine ci si trova sempre a parlare tra simili: io certo non dovevo convincere nessuno ad amare e conoscere le piante, i soci A.Di.P.A. sono bravissimi e ne sanno più di me. Per carità, è bello condividere, ma adesso abbiamo bisogno di crescere di numero. Semplicemente perché il posto dove viviamo sia accogliente, pulito, amato e curato, e più le persone conoscono la natura, più saranno rispettose e attente, anche capaci di opporsi con forza ad alcune pratiche considerate di prassi e mai messe in discussione (penso alle capitozzature, all’uso dei pesticidi un tanto al chilo, etc… ). Dovrebbe nascere la campagna “Porta con te un amico che non ne sa niente”: ad una mostra mercato, all’orto botanico, a rinvasare le orchidee, a dividere i mughetti, a seminare le zinnie, a cogliere i pomodori, quello che state facendo al momento. Amici, andiamo e moltiplicatevi!

Nella fattispecie, stavamo parlando di internet e siti interessanti. C’è il Catalogue of Life, un database online che raccoglie, con grande accuratezza scientifica, un’infinità di specie animali, vegetali e non solo. Voi inserite il nome (anche comune) nella stringa di ricerca e vi saltano fuori parecchie caratteristiche – ad esempio il luogo d’origine, che è sempre molto utile ai fini della coltivazione.
Oppure c’è la Lista rossa delle specie in pericolo di estinzione grazie alla quale conosciamo piante e animali che hanno difficoltà a sopravvivere nel proprio habitat – avreste mai detto che l’Armeria pseudarmeria fosse endangered?

serate verdi dell’A.Di.P.A.

Come sapete tutti, A.Di.P.A. è l’acronimo di “associazione per la diffusione di piante fra amatori” ed è nata all’Orto Botanico di Lucca nel 1987 – trovate una breve descrizione nel sito dall’Opera delle Mura e un elenco delle sedi distaccate con i recapiti utili per avere informazioni dirette, nel sito stesso dell’associazione. Dobbiamo all’A.Di.P.A. l’invenzione e la creazione di Murabilia, la mostra-mercato dedicata al giardinaggio di qualità che ogni settembre ha luogo sulle mura – qui una breve storia della nascita e della successiva evoluzione.

E questa è l’immagine del catalogo di Murabilia 2004, la prima a cui ho partecipato!

Questa sera alle ore 21 presso il complesso di San Micheletto, Ilaria del Prete parlerà delle proprietà terapeutiche e cosmetiche del Ginkgo biloba, mentre giovedì 26 novembre (stessa ora stesso posto) ci sarò io. Argomento? Ci sto lavorando in questi giorni, appena il materiale avrà preso una forma decente, ne scriverò qui.

Grazie all’A.Di.P.A. per l’invito e grazie a chiunque ci sarà!

Cabin Porn

Cabin Porn Book Trailer from Cabin Porn on Vimeo.

Capanni nella natura più o meno selvaggia.

furoshiki

Dal sito FUROSHIKI, un modo ganzo di portare i fiori:

Sul sito trovate anche molte tecniche per fare delle borse e dei portaoggetti con un semplice pezzo di stoffa quadrato. Pensateci quando venite alle mostre!

a casa di Noel

Ho già manifestato stima nei confronti di Noel Kingsbury, che leggo sempre volentieri, soprattutto quando riesce a stanare Piet Oudolf. Ora ho scoperto (grazie a The Garden di aprile) che accanto alla sua casa nell’Herefordshire – con un grande giardino nel quale Noel coltiva, sperimenta e studia la coesistenza/competizione delle erbacee perenni sia spontanee che create per il giardino – gestisce un b&b: The Pavillion.
Mi raccomando, se andate a trovarlo portategli i miei saluti!

THE PLANT 7

Come vi avevo anticipato, due parole sul nuovo numero di THE PLANT (purtroppo il sito non è stato aggiornato di recente e riporta ancora la vecchia copertina).

Sul web c’è un’intervista interessante a Cristina Merino, l’editor in chief, che spiega un po’ le ragioni della pubblicazione, sostanzialmente soddisfare la curiosità sulle piante che scaturisce in maniera naturale quando le guardiamo davvero. E non occorre avere un giardino, un rastrello, leggere un manuale di orticoltura, l’orto sinergico, il cappello di paglia, basta accorgersi di una pianta e iniziare a farsi delle domande. Così entriamo leggeri e curiosi in una specie di mistero che ha poco a che fare sia con la versione svenevole che con quella agiata del giardinaggio mainstream, ma molto più interessante e vivace, più creativa e in divenire. O forse, in una parola, è un approccio giovane alle piante, che non vuole dimostrare altro che una genuina apertura verso la natura, niente status symbol, niente sfoggio di nomi o abilità particolari. È come se la lezione fosse stata assorbita nel profondo: con le piante siamo noi a dover cedere qualcosa, a dover osservare e capire, a dover aspettare o cambiare piani e progetti; l’educazione dell’uomo alla natura è preziosa, è una sottomissione dolce a qualcosa che riconosciamo grande almeno quanto noi.

Ricordo di aver letto in Scritto di notte di Ettore Sottsass della rivista ideata da Allen Ginsberg e autoprodotta con E.S. e Fernanda Pivano e altri amici artisti, “Pianeta Fresco” (che titolo imbattibile!) – se fate una ricerca approfondita su internet ne trovate alcuni pezzi e numerose illustrazioni. È poco più di una fanzine, uscita in soli due numeri fra il 1967 e il ’68, molto datata e legata al mondo beatnik, ma che, almeno nello spirito e nella libertà di invenzione, anticipa le iniziative editoriali indipendenti di oggi.
È un po’ questa la ricerca che fanno a THE PLANT, il tentativo di alleggerire il linguaggio, di portare novità nelle immagini, di far affiorare le energie nuove che ci muovono, l’esigenza del “pianeta fresco”, meno corrotto e inquinato.

Faced with the need of being constantly updated and in the latest trend, people look for quieter, less artificial lifestyles, not only in the domestic and quotidian but also in the field of creativity. Given that they work with a special sensitivity and seek new meanings in their surrounding environments all the time, artists and creative people are promoters of this movement.

Cristina Merino lo dice qui.

il vero giardino planetario

State seguendo le avventure di Samantha Cristoforetti? È così bello vederci da lontano, sembriamo quasi carini!

la cura dei piccoli spazi

Si diceva ieri del giardino della Sutton House a Londra; trovate notizie complete qui, in quest’altra pagina pdf ci sono informazioni puntuali sul progetto: la comunità che l’ha portato avanti, il coinvolgimento dei locali, il progetto ufficiale sottoposto al giudizio e alla fine interamente finanziato dal fondo per i Pocket Parks istituito dal sindaco di Londra.
Il Pocket Parks Programme fa parte di un impegno di più ampio respiro preso a partire dal 2009 da Boris Johnson: il London’s Great Outdoors (pdf), un programma di miglioramento delle strade, delle piazze, dei parchi, dei canali e delle banchine della città – sono solo sedici agili pagine e si leggono con piacere, viene spiegato perché e come un progetto di riqualificazione di questo tipo è considerato strategico su più fronti, dalla sicurezza, al piacere di vivere il proprio quartiere, alla salute pubblica.
Al momento ci sono cento pocket parks, e da questa cartina si può vedere dove sono e qual è lo stato di avanzamento dei lavori.

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L’ultima meta alternativa è il Ditchling Museum of Art + Craft nell’East Sussex, vicino a Brighton, un piccolo museo (un pocket museum?) di arte e artigianato restaurato e ampliato l’anno scorso.

how to make your life with the natural world around you (dal video introduttivo)

mete alternative

Vidi il giardino di Gertrude Jekyll presso il castello di Lindisfarne per la prima volta sul numero due (ottobre 2005) della rivista Rosanova – a tutt’oggi, secondo me, uno dei migliori e con la copertina più bella (al momento è esaurito, ma meriterebbe di essere ripubblicato).

È un giardino molto piccolo, quattro muri in pietra grigia e una porta in legno dilavato lo delimitano facendolo diventare un concentrato di vita terrestre colorata in mezzo a un mare verde punteggiato di pecore, con il mare vero lì vicino.
Ha molto più a che fare con l’arte contemporanea che con l’arte dei giardini, soprattutto perché lo fa suo malgrado, senza volontà e senza sforzo, con la potenza assoluta di un richiamo a cui non si resiste. Non per niente Roman Polanski girò qui “Cul-de-sac”.

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Il giardino di Piet Oudolf presso il centro artistico di Hauser & Wirth nel Somerset perché è fresco d’impianto, appena uscito dalle carte del progettista e dai vasetti dei vivai.

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Il pocket park della Sutton House di Londra, una casa di epoca Tudor il cui cortile è stato bonificato e riprogettato di recente.

Ma di questo (e un altro bel progetto) vi parlo domani perché merita un approfondimento e una riflessione che ora non ho tempo di fare.


(Sembra ci si diverta parecchio a Sutton House!)

Tokyo Green Space

Tokyo Green Space è un sito che si occupa di piante e di persone che portano la natura all’interno delle grandi città, nella fattispecie Tokyo, ma non solo.

DAILY STYLE #1 JARED BRAITERMAN from BELL STREET FILM on Vimeo.