Come sempre dimentico di mettere nel catalogo alcune piante.
Si tratta di omissioni innocenti, un po’ dovute al timore che le semine siano troppo, troppo difficili e non riescano, quindi preferisco essere cauta e dire Silphium perfoliatum o Phlomis russeliana solo quando ne ho una cassetta piena, bella fiera e pimpante; in altri casi un po’ mi vergogno di nominare il “carciofone” Cynara scolymus ‘Violet de Provence’, penso che piacerà solo a me, sottovalutando la follia di chi mi apprezza – peraltro era una bustina di semi allegata a GARDENS ILLUSTRATED di qualche mese fa. Oppure sono regali, come il granturco colorato, Zea mays ‘Quadricolour’ (grazie Elena!). Il più delle volte si tratta di semplici dimenticanze, cercherಠdi sistemare e aggiornare il catalogo quanto prima.
A proposito di Phlomis russeliana – per dire come cambia la prospettiva tra chi coltiva e il consumatore finale – l’altro giorno ne stavo rinvasando alcuni esemplari dalle foglie un po’ ingiallite e rimiravo estasiata, complimentandomi con me stessa, le belle radici ben formate e grassocce di piante seminate il 15 aprile. Mi sono sentita come un ortopedico che ammira la struttura ossea di un suo paziente, incurante dell’aspetto fisico esteriore. Nuts!